Suolo: custode invisibile della salute ambientale e della sicurezza alimentare
Febbraio 19, 2024Partecipazione alle Fiere WME di Bergamo ed Ecomondo di Rimini – anno 2023
Aprile 24, 2024Il 30 marzo di ogni anno si celebra, a livello mondiale, la giornata “Zero Waste” proclamata dall’ONU per promuovere modelli di consumo e produzione sostenibili in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030. Come ricorda l’ONU, “migliorare la raccolta, il riciclaggio e altre forme di corretta gestione dei rifiuti” rappresenta una priorità urgente da perseguire.
In un mondo (che dovrebbe essere) sempre più attento alla sostenibilità e al riciclo può essere interessante approfondire la distinzione tra materiali riciclabili permanenti e non-permanenti per capire perché alcuni materiali possono avere più vite di altri (per non dire... infinite). Sono materiali permanenti il vetro, l'alluminio e l'acciaio e si differenziano da altri elementi riciclabili per la loro capacità di essere rielaborati e riutilizzati all'infinito senza perdere le proprietà originali. Questa caratteristica li rende protagonisti fondamentali dell'economia circolare e della lotta contro l'esaurimento delle risorse naturali e l'inquinamento ambientale.
Cos'è un materiale permanente
Un materiale permanente è una sostanza che può essere riciclata ripetutamente senza subire una degradazione significativa delle sue caratteristiche fisiche e chimiche. Questi materiali possono essere fusi e riformati in nuovi prodotti molte volte, contribuendo a ridurre la domanda di risorse vergini e il volume dei rifiuti.
Vetro: trasparenza e resistenza eterna
Il vetro è uno dei materiali permanenti per eccellenza e viene realizzato con una miscela di minerali naturali che abbondano in natura. Il materiale principalmente usato è il silicio (sabbia) che fonde a temperatura elevata e, raffreddandosi, si solidifica. Il processo di riciclo del vetro è relativamente semplice e non comporta una perdita di qualità. Il vetro riciclato viene utilizzato per produrre nuovo vetro, riducendo la necessità di materie prime e il consumo energetico associato alla produzione. In alcune aree il vetro raccolto viene addirittura suddiviso per colore. Infatti, mentre per realizzare vetro verde o ambrato si possono usare frammenti di vetro fino al 95% dei materiali necessari, tale percentuale scende al 20% per i vetri bianchi che, invece, richiedono un maggior quantitativo di materie prime.
Un altro aspetto che non tutti conoscono è che produrre manufatti in vetro fondendo quello usato consente di ridurre i consumi energetici che, altrimenti, sarebbero superiori qualora venissero lavorate materie prime primarie.
Alluminio: il ciclo infinito
L'alluminio è forse l'esempio più emblematico di materiale permanente. La sua riciclabilità è quasi mitica: una volta prodotto, l'alluminio può essere riciclato all'infinito senza perdita di qualità. Il riciclo dell'alluminio - secondo i dati diffusi dal CIAL - consente un risparmio del 95% dell'energia necessaria rispetto alla produzione che impiega l'alluminio primario. Inoltre, il mercato dell'alluminio riciclato è talmente sviluppato che oggi in Italia il ciclo si considera chiuso: nel Belpaese, quindi, grazie al riciclo, non c’è più bisogno di importare le costose materie prime. Avete presente cosa vuol dire non dover più estrarre tutta quella bauxite?!
Acciaio: la robustezza che si rinnova
Anche l'acciaio è un materiale permanente nonché uno dei più riciclati al mondo. Secondo gli obiettivi europei dovrebbe essere riciclata una percentuale pari almeno al 70% entro il 2025 e al’80% entro il 2030. L’Italia ha già fatto un salto nel futuro perché quest’ultimo obiettivo è già stato raggiunto con diversi anni di anticipo. L'acciaio può essere riciclato attraverso un processo ad alta temperatura nei forni che fondono rottami. Questo processo conserva le proprietà dell'acciaio e ne permette l'utilizzo in una vasta gamma di applicazioni, dal settore edilizio all'industria automobilistica.
I limiti del riciclo per materiali non-permanenti
Al contrario di quelli permanenti, altri materiali come la plastica (se è un imballaggio) e la carta sono riciclabili ma non godono della stessa "immortalità". Durante il processo di riciclo, questi materiali tendono a perdere parte delle loro proprietà e ciò limita il numero dei processi di riciclo ai quali possono essere sottoposti. In buona sostanza, potrà essere necessaria l’integrazione di materie prime vergini.
La gestione dei materiali non permanenti rappresenta una sfida per l'economia circolare. L'obiettivo è quello di estendere il più possibile il ciclo di vita di questi materiali attraverso il riciclo senza trascurare la possibile ricerca di alternative più sostenibili e di strategie che consentano di ridurre il consumo di risorse non rinnovabili.
Plastica: il dilemma del degrado
La plastica è un materiale complesso da riciclare a causa della sua varietà e della tendenza a degradarsi ogni volta che viene rielaborata compromettendo la qualità del materiale riciclato. Pertanto in alcuni casi la plastica riciclata può avere usi differenti dai precedenti (ad esempio le bottiglie in PET possono diventare una coperta di pile) e, in altri casi, può essere necessario aggiungere nuova plastica vergine per mantenere le caratteristiche necessarie a determinati usi.
Carta: la sfida della fibra corta
Anche per la carta, i processi di riciclo alterano le proprietà meccaniche e chimiche delle fibre, riducendone la resa e consentendo la riciclabilità solo per un limitato numero di cicli.
Per questo motivo, nel processo di lavorazione è necessario (in parte) introdurre nuove fibre vergini per produrre carta di alta qualità (che possono provenire da foreste gestite in maniera responsabile, come nel caso di carta certificata Pefc o FSC)
L'economia circolare e il ruolo dei materiali permanenti
L'economia circolare è un modello economico che si propone di ridurre al minimo lo spreco di risorse. Il riciclo è quindi uno step fondamentale di tale sistema al cui interno i materiali permanenti hanno un ruolo di rilievo considerato che, come abbiamo visto, possono essere riutilizzati più volte, riducendo la necessità di estrarre nuove materie prime e limitando la generazione di rifiuti.
Articolo a cura di Letizia Palmisano.
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