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5 idee per alloggiare in maniera ecosostenibile che forse non conoscete
Giugno 16, 2023![](https://www.igwsrl.com/wp-content/uploads/2023/07/igw-overshoot-day-2023-150x150.jpg)
Overshoot day: gli umani consumano come se avessero 1,7 Terre, gli europei quasi 3. Ma qualcosa (forse) sta cambiando
Luglio 28, 202316 vittime, 15.000 persone sfollate, 350 milioni di metri cubi d’acqua caduti, 23 fiumi esondati, 1.000 frane, 100 comuni coinvolti: questi i dati delle recenti alluvioni che hanno colpito l'Emilia-Romagna nel mese di maggio.
Questi eventi estremi dimostrano chiaramente che siamo di fronte a fenomeni sempre più intensi e frequenti, con conseguenze disastrose per il territorio e i cittadini. Siccità e alluvioni si alternano in un pericoloso ciclo, aumentando in modo esponenziale il rischio per la popolazione.
Dobbiamo ricordare che l’area del Mediterraneo è particolarmente vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico, con l'aumento delle temperature medie, le ondate di calore, le scarse precipitazioni e la fusione dei ghiacciai che minacciano le riserve d'acqua.
Le alluvioni improvvise e le intense precipitazioni, come quelle che si sono verificate recentemente, amplificano ulteriormente gli effetti devastanti su un territorio già a rischio.
Non è infatti un caso che i comuni colpiti siano tutti allineati lungo la linea che definisce il confine tra la catena degli Appennini e la pianura.
La pioggia che cade va ad alimentare i fiumi, di cui la zona colpita è ricca: l’acqua che scende confluisce in questa pianura alluvionale, e già dalla parola stessa possiamo evincere che il rischio che questi fiumi si riempiano ed esondino è alto. In caso di forti piogge quindi, la pianura alluvionale è il luogo in cui, se i fiumi esondano, finirà l’acqua.
L’alluvione di metà maggio è stata più violenta di quella di inizio maggio, perché se all’inizio il problema era stato quello della precedente siccità, dove il terreno era troppo arido per assorbire la quantità di acqua caduta dato che non era piovuto da mesi, questa volta è successo il contrario; è “piovuto sul bagnato” nel vero senso della parola.
I terreni si erano già riempiti di acqua a inizio maggio arrivando al limite, e nel momento in cui ci ha ripiovuto di nuovo sopra, la loro capacità di assorbimento è stata è minima, facendo rimanere l’acqua in superficie e allagando i paesi circostanti.
Inoltre, i terreni come quelli della pianura padana sono composti da terreni argillosi e sabbiosi, le cui rocce sono tra quelle più impermeabili, motivo ulteriore per cui l’acqua non è riuscita a passare ed è rimasta in superficie.
Ma quindi, è colpa del cambiamento climatico?
È stato scientificamente dimostrato che c’è una stretta correlazione tra l’aumento delle temperature medie globali e l’aumento della frequenza di eventi come siccità e alluvioni, il riscaldamento globale causa l’amplificazione di tutti gli eventi estremi.
Non possiamo ad oggi dire con certezza che la causa di questo evento estremo sia il cambiamento climatico, ma possiamo dire che la tendenza degli eventi estremi ad essere connessi ad esso, è sempre più chiara e frequente.
Bisogna aggiungere anche che non c’è nulla di sorprendente nel fatto che un’alluvione avvenga in una pianura alluvionale: tutta la zona colpita dall’alluvione è stata classificata da ISPRA come estremamente pericolosa in termini idrogeologici.
È urgente adottare politiche di adattamento al cambiamento climatico per affrontare questa realtà. Uno dei passaggi essenziali per affrontare la situazione è ridurre drasticamente le emissioni di CO2, metano e di tutti i gas climalteranti. L'abbattimento di queste emissioni è una misura urgente per evitare scenari ingestibili.
Un'altra politica di adattamento cruciale riguarda la gestione dell'acqua: è necessario riorganizzare la gestione idrica, superando la frammentarietà attuale e ripristinando la naturalità dei fiumi.
Il territorio deve essere governato in modo efficace ed efficiente per garantire la sicurezza delle comunità.
È anche essenziale restituire spazio alla natura, iniziando dai fiumi: gli eventi catastrofici che hanno colpito l'Emilia-Romagna hanno messo in evidenza una gestione fallimentare dei corsi d'acqua.
I letti dei fiumi sono stati canalizzati, le aree di esondazione naturale sono state occupate e sono stati distrutti boschi e zone umide che svolgevano un ruolo fondamentale nell'attenuarne gli effetti.
Eventi come questi, purtroppo, non si possono evitare.
Si possono solo mitigare i rischi e ridurre i danni. La prevenzione è l’unica arma contro i grandi fenomeni naturali.