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Maggio 19, 2023Se vi chiedessimo quali settori in Europa sono ai primi posti per il consumo energetico e le emissioni climalteranti cosa rispondereste? Forse non tutti sanno che sul podio vi è l’edilizia. Secondo i dati diffusi dalla Commissione Europea, “complessivamente, gli edifici dell'UE sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra, dovute principalmente alla costruzione, all'utilizzo, alla ristrutturazione e alla demolizione ”.
Pensate che, secondo quanto diffuso dalla rivista «Nature»[1], ogni anno nel mondo vengono utilizzate 30 miliardi di tonnellate di calcestruzzo che è il materiale impiegato per realizzare quasi la metà di tutte le opere dell’uomo.
Per questo i comparti dell’architettura e dell’edilizia negli ultimi anni si stanno interrogando su come divenire più sostenibili. Tra le risposte vi è un modo completamente innovativo di concepire i beni considerati durevoli - come solitamente avviene con un edificio... ma anche con un mobili - ripensandoli in chiave di reversibilità e disassemblabilità.
Cosa si intende per architettura reversibile
Con architettura reversibile e disassemblabile si intende un approccio alla progettazione degli edifici (ma il concetto è estendibile anche a ciò che essi ospitano, come gli arredi) che mira a creare strutture che possono essere facilmente smontate, spostate e riutilizzate in altri contesti. Questo tipo di architettura è sempre più popolare in risposta alla crescente consapevolezza dei problemi ambientali e della necessità di ridurre gli sprechi di risorse.
Iniziare a pensare l’edilizia in chiave reversibile vuol dire sposare un approccio modulare alla progettazione, in cui gli elementi sono selezionati in modo da poter essere facilmente smontati e riutilizzati in altre costruzioni ove mutino le esigenze originarie che hanno portato alla costruzione dell’edificio.
Ciò significa che ciò che serve ai fini della costruzione viene selezionato in base alla facilità di smontaggio e al potenziale di riutilizzo. Ad esempio, si preferiscono i materiali e componenti leggeri che possono essere facilmente disassemblati e riutilizzati, rispetto a quelli più pesanti come il cemento armato. Non è un caso che tra le risorse prime più utilizzate vi sia il legno che ha anche la virtù di essere naturale e rinnovabile.
Costruzioni temporanee sì, ma non usa e getta
Questa architettura è particolarmente adatta per le costruzioni temporanee come ad esempio quelle per fiere o eventi, quando la necessità di una costruzione transitoria e facilmente rimovibile è particolarmente importante. Anche in tal caso però non è detto che l’edificio debba essere semplicemente smontato. Anzi negli ultimi anni la tendenza è andata verso il cercare di dare una nuova vita a tali strutture, nel luogo in cui si è tenuta la manifestazione o dislocati altrove, anche dando a queste strutture nuove funzionalità. Tra i casi da ricordare vi sono sicuramente quelli di alcuni padiglioni di Expo 2015 di Milano. La strabiliante struttura dell’Azerbaigian ad esempio - realizzata con legno, pietra, acciaio e vetro - era un vero e proprio scrigno di biodiversità che si contraddistingueva anche per l’efficientamento energetico. Completamente smontata, ha trovato nuova vita in un parco di Baku, la capitale azera, ed oggi ospita anche un ristorante!
Il Padiglione degli Emirati Arabi è oggi invece nella città sostenibile di Masdar City, progettata dagli stessi architetti che avevano concepito lo spazio fieristico. Diverse poi sono le strutture che sono state reinterpretate per diventare spazi funzionali. Il Padiglione della Coca-Cola è sì rimasto nel capoluogo meneghino - a Parco La Spezia per l’esattezza - ma oggi ovviamente non è un pezzo dell’Expo. È invece stato trasformato in una copertura per un campo di pallacanestro.
L’edilizia reversibile e disassemblabile può essere ideata anche per edifici permanenti
Ha senso utilizzare questo tipo di progettazione per edifici permanenti come abitazioni, uffici o... un tribunale? La risposta è “assolutamente sì”. Progettare interni ed esterni in maniera modulare dà infatti la possibilità di ristrutturare o di ampliare la struttura esistente senza demolirla completamente adeguandola alle nuova mutate esigenze. Ad Amsterdam è stato, ad esempio, recentemente costruito un tribunale sfruttando i criteri dell'architettura reversibile: modularità, flessibilità fino alla possibilità di riciclare le componentistiche dell’edificio sono le parole chiave usate nella progettazione.
Anche laddove l’area un domani dovesse essere sgomberata, avere un edificio smontabile taglierebbe i costi di demolizione e smaltimento oltre al fatto che i materiali potrebbero essere rivenduti e riutilizzati come materie prime seconde.
Sai cosa sono le Earthship?
Una menzione speciale non può non essere fatta per le Earthship - citate peraltro nel film Nomadland - esempio di architettura bioclimatica che sposa la sostenibilità e l’autosufficienza. A ideare queste particolari “navi della Terra” è stato il “biotect” Mike Reynolds che le progetta in tutto il mondo. Tra le materie prime impiegate vi sono molteplici elementi di recupero come pneumatici, cartoni, lattine e bottiglie che vengono utilizzati in simbiosi a materiali naturali, come terra cruda e paglia. Progettate per essere autosufficienti dal punto di vista energetico, idrico e per la produzione di cibo, ovviamente al loro interno è bandito lo spreco e tutto è pensato per essere riutilizzato. Le Earthship sono studiate non solo per ridurre l’impatto ambientale, in fase di costruzione e di utilizzo (oltre che nel caso di eventuale smaltimento), ma anche per permettere a chi le abita di sopravvivere in caso di catastrofi trasformandosi in delle moderne arche di Noè!
[1] https://www.nature.com/articles/d41586-021-02612-5
Articolo a cura di Letizia Palmisano.