Il lockdown dovuto alla diffusione del Coronavirus ha avuto effetti spesso molto negativi sulle aziende e sul tessuto produttivo, sia italiano che europeo. Tra questi effetti possiamo sicuramente includere un drastico calo della domanda e del conseguente impiego dei combustibili fossili, il tutto a vantaggio delle fonti rinnovabili le quali, secondo l’IEA (l’Agenzia Internazionale dell’Energia, organismo facente parte dell’Ocse), potrebbero raggiungere il 40% del mix energetico entro la fine del 2020.
L’IEA, nel suo rapporto Global Energy Review, spiega infatti che le misure di blocco hanno ridotto significativamente la domanda di elettricità, influenzando a loro volta il power mix. Gli aumenti della domanda residenziale sono stati ampiamente compensati dalle riduzioni delle operazioni commerciali e industriali. I dati giornalieri raccolti in oltre 30 paesi, che rappresentano oltre un terzo della domanda globale di elettricità, mostrano che l'entità del calo della domanda dipende dalla durata e dalla rigidità dei blocchi. Scopriamo che ogni mese di blocco completo riduce la domanda del 20% in media, o di oltre l'1,5% su base annua.
"Questo è uno shock storico per l'intero mondo dell'energia - ha commentato il direttore esecutivo dell'IEA, Fatih Birol -. In mezzo alle crisi odierne senza precedenti, sanitaria ed economica, il crollo nella domanda per quasi tutti i principali carburanti è sconvolgente, specialmente per carbone, petrolio e gas. Solo le rinnovabili stanno reggendo durante questo crollo mai visto nell'uso di elettricità. È ancora troppo presto per determinare gli impatti a lungo termine, ma l'industria dell'energia che emerge da questa crisi sarà significativamente differente da quella che era prima".
Senza dubbio, questa potrebbe essere l’occasione per mettere in atto una vera e propria transizione energetica, che incentivi sempre più l’uso di energie provenienti da fonti rinnovabili come il biometano, e contribuisca a centrare l’ambizioso obiettivo del -30% di emissioni entro il 2030.
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