Carbon footprint: cos’è e quale impronta lasciamo sul Pianeta
Febbraio 28, 2022L’impatto della guerra Russia – Ucraina sulla crisi energetica
Marzo 30, 2022Il 21 Marzo si celebra la Giornata internazionale delle Foreste istituita nel 2012 con risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e volta, come scritto nel documento che la istituisce, “alla sensibilizzazione a tutti i livelli al fine di rafforzare la gestione sostenibile, la conservazione e sviluppo sostenibile di tutti i tipi di foreste e alberi al di fuori delle foreste a beneficio delle generazioni attuali e future”. Oggi le foreste coprono circa un terzo della superficie terrestre e sono considerate gli ecosistemi più diversificati biologicamente sul Pianeta racchiudendo l’80% della biodiversità mondiale: una vera risorsa per l’umanità che da un sistema forestale sano può trarre innumerevoli benefici.
I servizi ecosistemici delle foreste
Le foreste sono innanzitutto potenti alleati nel contrasto alla crisi climatica svolgendo, insieme agli oceani, un importante lavoro di stoccaggio della CO2 e nel dare ossigeno al pianeta, ma il loro ruolo non si limita a questo. Sono infatti numerosi i servizi che svolgono in favore dell’umanità per i quali si parla propriamente di servizi ecosistemici. Gli ecosystem services sono, secondo la definizione del Millennium Ecosystem Assessment, "i benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano" e si dividono in servizi di regolazione, di approvvigionamento e culturali. A ben vedere le foreste hanno una funzione centrale in tutti e tre questi ambiti.
I boschi innanzitutto forniscono all’umanità cibo e acqua, ma anche il legno impiegato sia per scopi energetici che edili e come materia prima per realizzare diversi oggetti: si pensi solo che secondo i dati della FAO nel 2018 sono stati esportati prodotti derivati dal legno per un valore di 270 miliardi di dollari.
Il patrimonio forestale svolge poi un ruolo fondamentale per la purificazione dell’acqua grazie all'azione di barriera svolta dalle radici degli alberi che agiscono come un filtro naturale per impedire (in tutto o in parte) che sostanze inquinanti come pesticidi, polveri e concimi, possano raggiungere le acque sia superficiali che sotterranee. Le foreste sono fortezza anche contro il dissesto idrogeologico perché gli alberi donano stabilità al terreno grazie all’azione rinforzante delle radici che trattengono il suolo come fossero una grande rete di protezione. Un baluardo poi a difesa di habitat e biodiversità di cui le foreste rappresentano uno scrigno prezioso.
I boschi sono poi custodi di un patrimonio culturale unico: basti pensare alle tante comunità che si identificano nelle foreste del proprio territorio che diventano parte integrante della loro identità e della loro storia.
A questo punto è lecito chiedersi: sappiamo tutelare questa enorme ricchezza naturale? Purtroppo la risposta è no.
Alberi in pericolo: una specie su tre rischia l’estinzione
Oggi il 30% delle specie arboree è minacciata d'estinzione e 142 specie di alberi sono già registrate come estinte. Questo è quanto emerge dal “Rapporto sullo stato degli alberi nel mondo” https://www.bgci.org/ pubblicato il 1° settembre 2021 e realizzato del Botanic Gardens Conservation International (BGCI) un’associazione britannica che riunisce più di 650 istituzioni botaniche di oltre 100 paesi nel mondo. A tali conclusioni si è arrivati dopo 5 anni di ricerca sulle 58.497 specie di alberi presenti sul Pianeta e che hanno portato alla luce come ad esempio del cedro di Mulanje in Malawi sono ormai presenti pochissimi esemplari oppure di come il sorbo bianco di Menai oggi si può trovare solo nel Galles del Nord con appena 30 alberi rimasti. Quali sono le cause della perdita di questo immenso patrimonio naturale?
Le attività antropiche che compromettono il benessere delle foreste
Secondo lo studio molte specie arboree rischiano l’estinzione a causa dello sfruttamento del patrimonio forestale da parte dell’uomo. Le più gravi minacce? La perdita di habitat dovuta all’agricoltura e al pascolo. In particolare è proprio la conversione di terreni da forestali ad agricoli ad essere il più grande pericolo per la sopravvivenza degli alberi: ad esempio, “solo” le colture di caffè, tè, soia, olio di palma e gomma sono causa di oltre la metà della deforestazione a livello mondiale (per approfondire: World Resources Institute 2021). Altre cause di perdita di habitat e di conseguenza di specie arboree vanno poi ricercate nello sviluppo urbano e industriale compreso anche la costruzione di strade ed altre infrastrutture.
Sono invece 7400 le specie di alberi in pericolo a causa dello sfruttamento diretto del legname che risulta essere la seconda grande minaccia per le specie arboree.
A questi rischi si aggiungono le non trascurabili conseguenze derivanti dai cambiamenti climatici che hanno un impatto su tutti gli ecosistemi forestali. Il riscaldamento globale così come anche l’acuirsi di fenomeni meteorologici estremi sta rendendo inospitali i loro habitat, aumentando il pericolo di estinzione ma anche il fenomeno della migrazione. Il mutamento delle condizioni climatiche sta infatti spingendo gli alberi a “spostarsi” in cerca di climi più favorevoli questo comporterà che se la febbre del Pianeta continuerà a salire la fascia equatoriale si spopolerà delle sue specie arboree che andranno a spostarsi più a nord. Sarà quindi sempre più comune vedere nel sud d’Italia piante tipiche del nord africa mentre querce e lecci, quest’ultimi tipici dell’area del Mediterraneo, andranno a spostarsi verso la parte centrale dell'Europa spingendosi fino ai Paesi scandinavi, ma non finisce qui. A causa dell’innalzamento dei mari e dei fenomeni meteorologici estremi il rapporto sullo stato degli alberi rivela che sono a rischio ben 180 specie situate principalmente sul territorio costiero.
Cosa fare per non arrivare al punto di non ritorno?
Innanzitutto un lavoro fondamentale per conservare e tutelare le specie arboree in via di estinzione è quello posto in essere dalla comunità botanica internazionale.
Conoscere le specie in pericolo, dove si trovano e le ragioni che ne compromettono la sopravvivenza è infatti il primo passo per proteggere il nostro patrimonio naturale e prevenire nuove estinzioni. Gli studi condotti consentono però di fare anche di più come ad esempio agire per rigenerare gli ecosistemi danneggiati. Secondo lo studio oggi circa il 64% di tutte le specie arboree sono rappresentate con degli esemplari in almeno un’area protetta e il 30% negli orti botanici o in banche di semi. Soprattutto la conservazione di specie al di fuori del loro habitat naturale svolge un ruolo fondamentale per la tutela del patrimonio forestale perché consente di avere la disponibilità di materiale vegetale per procedere se necessario al loro ripristino.
Per consentire alle foreste di continuare a svolgere i loro servizi ecosistemi è però anche fondamentale che la loro gestione avvenga in modo responsabile e sostenibile riducendo il fenomeno della deforestazione, che tanto ne compromette la sopravvivenza, e agendo per la loro rigenerazione attraverso progetti di forestazione.
Solo mettendo in atto tutte queste azioni potremmo continuare in futuro a beneficiare dei doni che ci provengono dal patrimonio forestale e boschivo del pianeta e che assicurano la nostra stessa sopravvivenza.
Articolo a cura di Letizia Palmisano.
Link Report: https://www.bgci.org/wp/wp-content/uploads/2021/08/FINAL-GTAReportMedRes-1.pdf