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Guida al risparmio idrico, in difesa dell’oro blu

Guida al risparmio idrico, in difesa dell’oro blu

Osservate un’immagine della Terra dallo spazio. Qual è il colore che spicca? Indubbiamente il blu. Il nostro Pianeta infatti per sette decimi è ricoperto di acqua. Questa grande abbondanza fa forse apparire la risorsa idrica come infinita, ma in realtà non è così: il 97,5% è infatti salata e solo il 2,5% è acqua dolce (https://www.wwf.it/chi_siamo/organizzazione/come_lavoriamo/consumo_acqua/). Di questa però il 70% è imprigionata nei ghiacci e nelle nevi delle regioni montane, dell’Artico e dell’Antartico. Della rimanente parte, purtroppo, non abbiamo nemmeno una gestione così virtuosa tant’è che oggi l’acqua è da molti definita come “l’oro blu” dei nostri tempi.

Ad aggravare la situazione il fatto che non tutti ne hanno la stessa disponibilità. Secondo il The Sustainable Development Goals Report 2020 sono 785 milioni le persone che ad oggi non hanno accesso all’acqua potabile e 700 milioni quelle che, entro il 2030, potrebbero essere costrette a migrare a causa della scarsità idrica. La situazione è peraltro destinata ancora a peggiorare, le cause?

Cambiamenti climatici e crescita dei consumi aumentano lo stress idrico del Pianeta

Tra le tante colpe della crisi climatica in atto anche quella di ridurre la disponibilità di acqua a causa dell’acuirsi dei fenomeni di siccità. Innalzamento delle temperature e scarsità di precipitazioni hanno infatti determinato anche in territori come quello italiano, un tempo detentore di un grande patrimonio blu, difficoltà nell’approvvigionamento di acqua. Ad esempio nel 2018 in 12 comuni capoluogo di provincia e città metropolitane, principalmente situate nel Mezzogiorno, sono state adottate misure di razionamento dell’acqua. Questo è quanto emerge dal Rapporto ISTAT 2020 Goal 6 – Clean water and sanitation – Agenda 2030 ONU, nel quale si evidenzia anche come per alcuni dei principali corsi d’acqua italiani, negli ultimi 19 anni (dal 2001 al 2019) si sia registrata, rispetto al valore medio del trentennio di riferimento 1971-2000, una significativa riduzione dei volumi defluiti a mare: 15% per il Tevere e oltre l’11% per il Po.

Non solo riduzione della disponibilità di acqua, ma anche un aumento della domanda. Negli ultimi 100 anni il suo utilizzo nel mondo è aumentato di sei volte e continua a crescere dell’1% all’anno, si stima che entro il 2050 la domanda a livello mondiale crescerà ulteriormente del 20/30% (Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche – 2018).
Cosa fare quindi per preservare questa risorsa diventata sempre più preziosa?

Non sprecare!

Un imperativo che per primo deve riguardare i sistemi di distribuzione dell’acqua potabile. Solo nel nostro Paese, secondo il Censimento delle acque per uso civile (dati 2018 https://www.istat.it/it/files/2021/03/Report-Giornata-mondiale-acqua.pdf) realizzato dell’Istat, il 42% del volume di acqua immesso in rete non raggiunge gli utenti finali a causa delle perdite lungo il percorso a dimostrazione di una grave inefficienza dell’infrastruttura idropotabile. Una delle grandi opere è quindi sicuramente quella di perseguire una rete idrica più efficiente. Ma per ridurre il consumo, ognuno di noi può fare la differenza seguendo una serie di accortezze che si possono adottare per dare il proprio contributo, nella vita quotidiana, a contrastarlo: perché come afferma Greta Thunberg “nessuno è troppo piccolo per fare la differenza”. Ecco quindi alcuni consigli per tutti, partendo da cosa possiamo fare nelle stanze delle nostre abitazioni.

Il risparmio dell’acqua passa dalla cucina

Partiamo dalla stanza che solitamente rischia di avere l’impronta idrica più alta. In cucina una buona parte del consumo di acqua dipende dal fatto che solitamente è l’area della casa dove sono posizionate lavatrici e lavastoviglie. La regola da applicare è di utilizzarle solo a pieno carico, perché mezzo carico non significa anche mezzo consumo, ma si traduce solo in uno spreco di acqua (ciò vale anche per l’elettricità peraltro). Inoltre, quando si deve procedere all’acquisto di nuovi modelli è importante porre attenzione ai consumi di acqua dell’apparecchio e scegliere, a parità di prestazioni, l’elettrodomestico che risulterà più efficiente anche in relazione all’oro blu.

Per chi invece non avesse la lavastoviglie o fosse solito pretrattare piatti e bicchieri, un piccolo “trucco” per evitare sprechi ovvero l’utilizzare per il lavaggio a mano l’acqua di cottura della pasta. Si tratta di un liquido ricco di amido: ottimo per la detersione di piatti, bicchieri e posate.

Un bagno a minimo impatto

Tra i luoghi della casa in cui si spreca più acqua il bagno è sicuramente la stanza che può “vantare” un triste primato. Dalle docce senza fine, alle vasche da bagno stracolme di acqua, passando per i rubinetti lasciati aperti mentre si procede alla detersione quotidiana, sono tanti i comportamenti che contribuiscono a innalzare l’asticella del consumo, molte però anche le azioni che si possono porre in essere per arginare questa ascesa. Ad esempio, per fare un bagno nella vasca si stima siano necessari ben 150 litri di acqua, per questo è sicuramente meglio preferire la doccia, ma è opportuno in questo caso prestare attenzione alla sua durata. Dal soffione infatti fuoriescono mediamente 15 litri di acqua al minuto quindi una doccia di dieci minuti avrebbe lo stesso costo in acqua di un bagno, una soluzione è quella di non perdere di vista l’orologio: 5 minuti possono essere sufficienti per una detersione ottimale, contribuendo allo stesso tempo alla salvaguardia di un prezioso patrimonio.

Da non sottovalutare poi il potere anti spreco generato dal chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti oppure dalla scelta di un bicchiere, precedentemente riempito, per il risciacquo. Comportamenti che in alcun modo pregiudicano il comfort della routine giornaliera, ma che possono fare la differenza per tagliare consumi non giustificati.

E in camera da letto come è possibile risparmiare?

Facendo attenzione agli indumenti riposti nell’armadio. Secondo i dati 2019 dell’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente l’industria della moda è “responsabile” del 20% del consumo mondiale di acqua. Ad esempio solo per produrre 1Kg di cotone sapete che possono servire all’incirca 11.000 litri? Per contribuire anche in questo caso a ridurne il consumo sarebbe sufficiente effettuare acquisti consapevoli prediligendo ad esempio abiti vintage rispetto al nuovo oppure, là dove all’ultima moda proprio non si sappia rinunciare, scegliere aziende di abbigliamento che pongano tra i propri obiettivi il rispetto dell’ambiente come quelle che producono le proprie collezioni con filati riciclati.

Giardini e Balconi a “ridotto” consumo idrico

È anche possibile risparmiare acqua e avere allo stesso tempo giardini e balconi rigogliosi con solo qualche piccola attenzione. Una prima soluzione è sicuramente quella di raccogliere l’acqua piovana, ma come fare nel periodo estivo quando le piogge si fanno più rare? Si può innaffiare utilizzando l’acqua con la quale si è proceduto al lavaggio di frutta e verdura, inoltre, una valida alternativa, se si ha un giardino, è quella di posizionare sulla terra i vasi appena innaffiati così che l’acqua in eccesso non vada sprecata, ma assorbita dal terreno.

Quelle elencate sono solo alcune delle tante piccole azioni possibile, dalle quali potrete trarre ispirazione per moltiplicare le buone pratiche in difesa della risorsa forse più preziosa per l’umanità.

Staff IGW

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