Il Consiglio di Stato, con la sentenza della Quarta Sezione n. 6195 del 2 settembre 2021, ha stabilito interessanti principi in relazione all’individuazione del soggetto competente alla conclusione della PAUR (procedura autorizzativa unica regolata dall’articolo 27 bis del d.lgs. 152/2006).
Nel caso esaminato dal Consiglio di Stato (e prima dal Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia) una società a responsabilità limitata aveva presentato. ad una Provincia pugliese, un’istanza PAUR finalizzata alla realizzazione di un impianto fotovoltaico, che non era stata esaminata dalla predetta Amministrazione, in quanto di competenza della Regione.
La società interessata presentava ricorso al TAR rilevando che la legge regionale vigente in materia (legge regionale 17/2007) aveva espressamente devoluto alle Province tutte le competenze in materia di valutazione di impatto ambientale, e che non aveva alcuna importanza il fatto che la PAUR fosse stata introdotta successivamente.
Il ricorso è stato accolto dal TAR Puglia, avendo l’organo regionale di giustizia amministrativa puntualizzato che:
La Provincia ha presentato ricorso in appello al Consiglio di Stato, avendo osservato che:
L’appello è stato accolto dal Consiglio di Stato, secondo cui la struttura del procedimento e gli effetti propri della PAUR inducono quindi a ritenere che le relative funzioni amministrative – in quanto “integrano” la VIA “nelle procedure esistenti di autorizzazione dei progetti” (così l’art. 1, par. 2, della direttiva 2014/52/UE) – sono espressione di una nuova competenza, implicante poteri e responsabilità ulteriori in capo all’Autorità procedente rispetto alla sola espressione del giudizio di compatibilità ambientale.
La Regione avrebbe quindi dovuto espressamente delegare alle Province la nuova competenza, approvando una nuova legge regionale.
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