La sansa vergine di oliva è il residuo dell’estrazione dell’olio dalle olive ed è costituita da parti di polpa, dai noccioli (una percentuale di noccioli è sempre presente anche quando denocciolata) e dalla buccia delle olive.
In Italia la produzione annua media di sanse è di circa sui 2,5-3 milioni di tonnellate (in base alla campagna olearia), e il loro utilizzo per la produzione di biogas ha creato un nuovo circuito virtuoso ed economicamente valido per questo sottoprodotto.
A seconda della lavorazione, la sansa prodotta può essere:
Tri-Fase:
Bi-Fase:

Fonte immagine: Pieralisi
La lavorazione delle olive è solamente meccanica, pertanto anche la sansa non contiene additivi né sostanze chimiche estranee. Pertanto negli impianti di Biogas possono essere utilizzate entrambe, valutando attentamente con il biologo le dosi e le modalità di introduzione nella dieta.
Nella tabella sotto, abbiamo riportato i dati raccolti da IGW in questi anni di utilizzo con il potenziale metanigeno.

Valutazione Sansa bifase


Valutazione Sansa trifase

Oltre a seguire sempre le indicazioni del biologo aziendale, i dati sopra sono un’indicazione del potenziale produttivo e ogni impianto ha la sua particolare famiglia batterica che pertanto, digerisce diversamente i componenti della sansa portando a variazioni fino ad un ±10% dei dati sopra esposti.
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