Mentre siamo in attesa degli sviluppi della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale e Autorizzazione Unica di un impianto per la produzione di Biometano alimentato a FORSU (Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani) della capacità di 500 SmcCH4/h, lo staff tecnico è già al lavoro sui prossimi progetti.
Sono 10 le progettazioni in corso (8 partendo da FORSU e 2 da Biomasse Agroindustriali) per verificare prima di tutto la fattibilità tecnico-economica degli impianti attraverso un accurato bilancio di massa, e la progettazione preliminare che vede anche un’analisi approfondita del territorio in cui il committente intende realizzare l’impianto.
Ogni progetto infatti deve tenere conto non solo delle esigenze del Committente ma anche della realtà territoriale e quindi di tutti gli aspetti socio ambientali su cui può influire; a questi aspetti vanno adattate le tecnologie sia impiantistiche che di upgrading del Biometano senza dimenticarsi dell’uso del digestato (prodotto a seguito di fermentazione anaerobica).
L’interesse maggiore è sullo sfruttamento della frazione organica dei rifiuti solidi urbani (il cosiddetto “umido”) grazie anche ai buoni risultati della raccolta differenziata su tutto il territorio; sono 6,6 milioni le tonnellate di rifiuti organici (dato del 2017 dal “Rapporto Rifiuti Ispra 2018”) un potenziale in termini energetici che non può essere “rifiutato”.
A questi numeri si sommano le realtà Agroindustriali sempre più interessate a sfruttare i loro “scarti” per produrre energia, andando così a chiudere il circolo virtuoso dell’economia circolare, compensando al contempo le emissioni di carbonio in un’ottica sempre più “green”.