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    Green Deal: un piano d’azione europeo per l’economia circolare e la biodiversità

    Published by Staff IGW on Dicembre 4, 2020
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      Una delle più grandi minacce per il pianeta Terra sono i cambiamenti climatici, per limare i danni già arrecati al nostro pianeta e per prolungare la vita di esso l’Europa ha costituito il “Green Deal”, un piano di azione volto a promuovere l’uso efficiente delle risorse passando ad una economia pulita e circolare e a ripristinare la biodiversità riducendo l’inquinamento. Il piano presenta i seguenti punti:

      1. Riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, comprensivo di emissioni e assorbimenti, di almeno il 55 % rispetto al 1990 entro il 2030 a livello dell'intera economia dell'UE;
      2. Una serie di interventi necessari in tutti i settori dell'economia e l'avvio della revisione dei principali strumenti legislativi per conseguire questo obiettivo più ambizioso;
      3. Un dibattito pubblico nell'autunno 2020 inteso ad accrescere il contributo dell'UE all'accordo di Parigi entro la fine dell'anno e gettare le basi affinché la Commissione presenti proposte legislative dettagliate entro giugno 2021.

      Per conseguire questi obiettivi sarà necessaria l'azione di tutti i settori della nostra economia, tra cui:

      • Investire in tecnologie rispettose dell'ambiente
      • Sostenere l'industria nell'innovazione
      • Introdurre forme di trasporto privato e pubblico più pulite, più economiche e più sane
      • Decarbonizzare il settore energetico
      • Garantire una maggiore efficienza energetica degli edifici
      • Collaborare con i partner internazionali per migliorare gli standard ambientali mondiali

      Il presente piano mira ad imprimere una direzione e a rafforzare la certezza e la fiducia dell’UE a favore delle imprese, dei lavoratori e dei consumatori. Nella valutazione d'impatto e nell'ampio processo di consultazione condotto nel corso dell'ultimo anno, la Commissione ha esaminato attentamente gli effetti sulla nostra economia, sulla nostra società e sull'ambiente di una riduzione delle emissioni compresa tra il 50 % e il 55 % entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. La valutazione d'impatto ha esaminato attentamente la combinazione degli strumenti di politica disponibili e il modo in cui ciascun settore dell'economia può contribuire al raggiungimento di tali obiettivi.

      Il nuovo piano d’azione per l’economia circolare rilasciato il 20/03/2020 illustra nuove iniziative che interessano l’intero ciclo di vita dei prodotti al fine di modernizzare e trasformare la nostra economia tutelando nel contempo l’ambiente. Il piano si regge sull’ambizione di creare i prodotti sostenibili che durino e consentire ai cittadini di partecipare pienamente all’economia circolare e di trarre beneficio dai cambiamenti positivi che ne derivano. Da una recente indagine è emerso che i cittadini annoverano l’aumento dei rifiuti tra le 3 principali problematiche ambientali. Secondo gli intervistati per affrontare i problemi ambientali il più efficacemente possibile occorrerebbe modificare il modo in cui consumiamo e produciamo.


      Alcuni esempi di misure proposte prese direttamente dal Piano d'azione per l'economia circolare

      • Le apparecchiature elettriche ed elettroniche rappresentano uno dei flussi di rifiuti dell’UE che aumenta più rapidamente. Due europei su tre utilizzerebbero i propri dispositivi digitali più a lungo a condizione che le prestazioni non peggiorino significativamente. I prodotti immessi sul mercato dell’UE saranno progettati per durare più a lungo e per essere riparati e migliorati, riciclati e riutilizzati più facilmente.
      • Secondo le stime, nei prossimi vent’anni il consumo di plastica raddoppierà. Entro il 2050 la plastica potrebbe rappresentare il 20 % del consumo di petrolio, essere responsabile del 15 % delle emissioni di gas a effetto serra e la sua presenza nei mari potrebbe superare quella dei pesci. Ove possibile i prodotti monouso saranno progressivamente eliminati e sostituiti da prodotti durevoli riutilizzabili. Interventi in materia di microplastiche – limitare le microplastiche aggiunte intenzionalmente, aumentare la cattura delle microplastiche in tutte le fasi del ciclo di vita dei prodotti.


      Il piano di investimenti del Green Deal europeo

      Il piano di investimenti del Green Deal europeo mobiliterà i fondi dell'UE e creerà un contesto in grado di agevolare e stimolare gli investimenti pubblici e privati necessari ai fini della transizione verso un'economia climaticamente neutra, verde, competitiva e inclusiva. Il piano, che integra altre iniziative annunciate nel quadro del Green Deal, si articola in due dimensioni:

      • Finanziamento: mobilitare almeno 1000 miliardi di € di investimenti sostenibili nei prossimi dieci anni. Il bilancio dell'UE destinerà all'azione per il clima e l'ambiente una quota di spesa pubblica senza precedenti, attirando i fondi privati, e in questo contesto la Banca europea per gli investimenti svolgerà un ruolo di primo piano. L'UE fornirà strumenti utili agli investitori, facendo della finanza sostenibile un pilastro del sistema finanziario. Agevolerà inoltre gli investimenti sostenibili da parte delle autorità pubbliche incoraggiando pratiche di bilancio e appalti verdi e mettendo a punto soluzioni volte a semplificare le procedure di approvazione degli aiuti di Stato nelle regioni interessate dalla transizione giusta;
      • Sostegno pratico: la Commissione fornirà sostegno alle autorità pubbliche e ai promotori in fase di pianificazione, elaborazione e attuazione dei progetti sostenibili.

      Il meccanismo per una transizione giusta consterà di tre fonti principali di finanziamento:

      1. Il Fondo per una transizione giusta, per il quale saranno stanziati 7,5 miliardi di € di nuovi fondi UE, che si sommano alla proposta della Commissione per il prossimo bilancio a lungo termine. Per poterne beneficiare gli Stati membri dovranno individuare i territori ammissibili mediante appositi piani territoriali per una transizione giusta, di concerto con la Commissione. Dovranno inoltre impegnarsi a integrare ogni euro versato dal Fondo con contributi dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dal Fondo sociale europeo Plus, nonché con risorse nazionali supplementari. Ciò dovrebbe tradursi in finanziamenti totali dell'ordine di 30-50 miliardi di €, che mobiliteranno a loro volta ulteriori investimenti. Il Fondo per una transizione giusta concederà principalmente sovvenzioni alle regioni: sosterrà i lavoratori, aiutandoli ad esempio ad acquisire abilità e competenze spendibili sul mercato del lavoro del futuro, e appoggerà le PMI, le start-up e gli incubatori impegnati a creare nuove opportunità economiche in queste regioni. Sosterrà anche gli investimenti a favore della transizione all'energia pulita, tra cui quelli nell'efficienza energetica;
      2. Un sistema specifico per una transizione giusta nell'ambito di InvestEU, che punta a mobilitare fino a 45 miliardi di € di investimenti. Lo scopo è attrarre investimenti privati a beneficio delle regioni interessate, ad esempio nei settori dell'energia sostenibile e dei trasporti, e aiutare le economie locali a individuare nuove fonti di crescita;
      3. Uno strumento di prestito per il settore pubblico in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti, sostenuto dal bilancio dell'UE, che dovrebbe mobilitare investimenti compresi tra 25 e 30 miliardi di €. Servirà ad accordare prestiti al settore pubblico, destinati ad esempio agli investimenti nelle reti di teleriscaldamento e alla ristrutturazione edilizia.

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