Settembre è il mese delle ripartenze: torna sprint il ritmo lavorativo e si riaprono le porte delle scuole. Qui i nostri giovani passano una gran parte della giornata, mediamente tra le cinque e le otto ore (in alcuni casi di più). Spesso quando si parla di ecosostenibilità ci si concentra su ciò che si può fare a casa senza contare che una gran parte del quotidiano viene trascorso spesso proprio fuori le mura del proprio nido. Cercare quindi di avere edifici scolastici ecocompatibili e adottare all’interno buone pratiche, può essere il miglior insegnamento per gli adulti di domani.
Come sottolinea Legambiente nel rapporto Ecosistema Scuola (ed. XXI 2021, su dati 2020) sono fondamentali gli interventi per la messa in sicurezza degli edifici in area sismica, per l’efficientamento energetico, oltre che il garantire servizi scolastici dove carenti o assenti. La sostenibilità - sottolinea l’associazione green - può essere “leva per il cambiamento della scuola, centrale per la giusta transizione ecologica”
Come poter parlare di educazione ambientale tra mura fatiscenti, con spifferi ovunque? Questo è infatti lo stato in cui versano alcune strutture dove gli studenti passano mattina (e pomeriggio). Secondo Legambiente la prima grande forma di investimento - in attuazione anche del PNRR - è quella rivolta a rendere gli edifici più sicuri (specie nelle aree sismiche) ed efficienti. L’obiettivo è quello di tagliare del 50% i consumi energetici. Se in questi anni - tra ecobonus e superbonus - sono tanti i privati che hanno investito per rendere più confortevole le proprie case e tagliare le bollette di gas e luce, purtroppo c’è da dire che l’edilizia scolastica non è andata alla stessa velocità. I dati del report Ecosistema Scuola 2021 raccontano di come quasi 3 edifici su 4 stiano nelle ultime tre classi energetiche e solo il 5,5% in classe A (poco più di uno su venti...).
Avere scuole innovative e sostenibili vuol dire anche dotarle di impianti sportivi adeguati e non solamente al chiuso: avere strutture indoor, ma anche giardini, orti e aree per poter passare il tempo all’aperto divengono oggi un’esigenza sempre più sentita, anche a seguito degli insegnamenti della pandemia. Lo sa bene ad esempio il WWF che in Italia sta lavorando per realizzare alcune aule natura all’interno dei cortili scolastici: aree attrezzate per consentire alle giovani menti di studiare matematica e grammatica e andare alla scoperta della vita direttamente a contatto con piante e animali. Grazie alle oasi verdi - che a seconda dei casi possono essere arricchite anche di piccoli stagni - insetti ma anche anfibi e uccellini diverranno protagonisti di questi spazi insieme ai bambini.
Spesso nelle strade adiacenti alle scuole si formano delle zone da bollino rosso per il traffico: file, auto in doppia, caos... Ogni giorno sia all’ingresso che all’uscita. Eppure la ricetta per evitare o ridurre tutto ciò c’è! Investire in un trasporto scolastico collettivo per chi viene da più lontano, ampliando anche le fasce orarie e magari prevedendo un numero adeguato di corse, studiando i flussi (da dove viene la gran parte degli studenti?), ma non solo. Spesso si finisce per prendere l’auto per tragitti sotto al km! Amministrazioni locali, scuole e famiglie possono fare molto attivando per questi brevi tragitti servizi di pedibus e di bicibus! Secondo i dati di Legambiente nel 2020 gli edifici scolastici che hanno usufruito del servizio di pedibus sono stati il 5%, purtroppo però si tratta di un dato in discesa di un punto percentuale rispetto all’anno precedente, forse per effetto dell’insorgere della pandemia ma che confidiamo possa tornare a invertire la rotta. Il bicibus invece ad oggi in gran parte rimane sulla carta: solo lo 0,2% degli edifici del Nord ne beneficiano, prevalentemente grazie alla gestione da parte di volontari. D’altra parte, gli edifici scolastici che presentano piste ciclabili nelle aree antistanti sono il 15,3%, dato che sale al 23,1% al Nord, mentre si attestano sotto la media al Centro (11%), al Sud (5,5%) e nelle Isole (3,5%). Un altro problema che spesso i volenterosi delle due ruote affrontano è quello di dove parcheggiarle: le strutture con rastrelliere per le bici sono il 37,7%, al Nord il 65,2%, al Centro il 26,7% al Sud il 12,5% e nelle Isole il 17,6%.
L’educazione ambientale passa anche per quella alimentare: prediligere cibi bio, di stagione e territoriali e spiegarlo ai ragazzi è fondamentale. In più dell’85% del campione delle mense analizzato da Legambiente vengono serviti prodotti biologici, quasi il 100% impiegano prodotti di stagione e circa l’81% privilegiano i cibi a km 0. Nota dolente il ricorso al monouso che spesso è cresciuto a causa del Covid. Confidiamo che almeno siano ecostoviglie compostabili e come tali conferite nella raccolta dell’umido!
Alcune scuole hanno poi approntato progetti antispreco che in concreto si sostanziano nel far portare a casa agli studenti il cibo avanzato grazie all’uso delle doggy bag, consentendo così di dare una seconda possibilità al cibo che possa essere rimasto nel piatto.
Se vi capiterà di fare un corso di primo soccorso, tra le informazioni utili che vi saranno date vi è quella che non va mai genericamente detto: “chiamate il 112” bensì individuare qualcuno a cui dire “tu chiama il 112”. Se l'incombenza è una responsabilità collettiva, si rischia che nessuno la affronti davvero se invece vi è un incaricato specifico le cose cambiano. In un’aula questa regola si può rivelare davvero utile per poter ridurre gli sprechi energetici. Ogni mese è possibile individuare tra i bambini un guardiano della luce che sarà colui che dovrà verificare che le luci siano spente quando non servano, che vengano usate sapientemente serrande e tende per sfruttare i gratuiti raggi del sole ma non solo! Persiane e finestre aiutano infatti anche a regolare la temperatura dell’aula insieme agli impianti di riscaldamento! Questa pratica consentirà allo stesso tempo di responsabilizzare gli studenti e fare educazione ambientale sui temi dell’efficienza energetica (oggi quanto mai fondamentali anche per tagliare sul serio le bollette!):
Se uno studente volesse saperne di più? Spesso a scuola si invitano i discenti a leggere libri alcuni dei quali adottati come volumi di testo, altre volte si organizzano lezioni nella biblioteca del plesso. In altri casi si realizzano piccole librerie di aula. C’è però da chiedersi: ci sono qui libri che parlino di ambiente, ecologia e sostenibilità? Oggi su questi argomenti esistono libri praticamente per tutte le età. Ma che tematiche affrontare? Si può davvero spaziare molto: vi sono saggi che raccontano la storia di Greta e degli altri giovani attivisti, libri “antispreco” che spiegano ai più giovani come essere eroi della raccolta differenziata o dell’anti spreco energetico, libri che narrano perché è importante salvare e curare i boschi, altri che spiegano i cambiamenti climatici. Come insegna la Thunberg: non si è mai troppo giovani per impegnarsi per salvare il Pianeta e la scuola può davvero avere un ruolo fondamentale per nutrire i cuori e le giovani menti.
Articolo a cura di Letizia Palmisano.