PAUR: Sentenza Consiglio di Stato
Settembre 30, 2021Certificazione sostenibilità biocarburanti e bioliquidi: il percorso di Bel Agri S.r.l.
Novembre 16, 2021Al cinema, in un’arena all’aperto o a casa: chi riesce a resistere al fascino di un bel film? C’è chi preferisce stare davanti al grande schermo magari in compagnia - sebbene distanziati - o chi sceglie maratone interminabili a casa ma è indubbio: l’amore per il cinema è pressoché universale. Esistono pellicole che parlano praticamente di tutto: storie vere o inventate, racconti che coinvolgono comunità o singoli individui.
Spesso i film riescono anche a scuotere le coscienze, a portare di fronte agli occhi problemi locali o globali. Chi, dopo la visione di un capolavoro come Erin Brockovich, è rimasto insensibile alle problematiche ambientali e a ciò che può capitare alla nostra salute?
E per ciò che riguarda i cambiamenti climatici? Sappiamo bene, purtroppo, che il climate change già sta cambiando le vite di molti abitanti della Terra e rischia di essere il più grande “virus” del secolo contro il quale - anche se le cure sono conosciute - non si sta davvero combattendo una vera battaglia.
Dal mondo del cinema, però, più di una voce ed di una telecamera si sono alzate ed infatti esistono diversi premi green appositamente dedicati alle pellicole che trattano tematiche ambientali. Ad esempio, a partire dal 2012, la onlus Green Cross Italia assegna il “Green drop award” al film, presente tra le opere in gara alla Mostra internazionale del cinema di Venezia, “che meglio interpreta i valori dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile, con particolare riguardo alla conservazione del Pianeta e dei suoi ecosistemi per le generazioni future, agli stili di vita e alla cooperazione fra i popoli”.
Waterworld (USA, 1995) di Kevin Reynolds, con Kevin Costner
Un film che difficilmente si dimentica è “Waterworld” che in italiano potrebbe essere tradotto come “Pianeta d’acqua”. Girato nel 1995, proietta l’umanità nel 2468 in un pianeta Terra ormai divenuto irriconoscibile: la temperatura planetaria è aumentata a tal punto da aver fatto sciogliere tutta l’acqua trattenuta dai ghiacciai, sommergendo quasi completamente le terre emerse. Il sogno? La meta promessa? Dryland: la terra asciutta.
The day after tomorrow (USA, 2004) di Roland Emmerich
“L’alba del giorno dopo” è un colossal hollywoodiano, dagli strabilianti effetti speciali, che si basa su modelli scientifici secondo i quali il surriscaldamento globale potrebbe portare ad interrompere le correnti oceaniche che oggi regolano il clima causando, come effetto paradossale, una nuova era glaciale. Nel film, purtroppo, gli appelli lanciati dagli scienziati cadono nel vuoto fino all’inevitabile cataclisma che fa piombare la Terra in una era glaciale. Chi sopravviverà? Soprattutto gli abitanti dei paesi del cosiddetto Terzo mondo che godono di un un clima più mite. Fantascienza? Forse no!
Le cinquième saison (Belgio, 2012) scritto e diretto da Peter Brosens e Jessica Woodworth
La pellicola è il capitolo finale di una trilogia realizzata dai registi Peter Brosens e Jessica Woodworth e dedicata al conflitto tra uomo e natura. La quinta stagione venne presentata nel corso della sessantanovesima Mostra internazionale del cinema di Venezia ed è stato il primo film a ricevere il Green Drop Award. Il film belga narra la storia di un piccolo villaggio nel quale, a causa della scomparsa dell’alternanza delle stagioni, gli abitanti piombano in una “quinta stagione” che segnerà profondamente le loro esistenze e che consentirà loro di trarre il necessario nutrimento dalla natura. Spariscono le api, il terreno diviene sterile, gli alberi cadono, i galli non cantano più e le mucche smettono di produrre latte. In tale scenario catastrofico l’umanità diventa vittima di violenze e barbarie.
La glace et le ciel (Francia, 2015) di Luc Jacques
Il docufilm francese, presentato al Festival di Cannes, racconta le gesta di Claude Lorius, pioniere della glaciologia poichè fu il primo ricercatore ad andare a studiare, nel 1957, il ghiaccio antartico. I suoi studi lo portarono a parlare, nel decennio seguente, di riscaldamento globale e delle possibili conseguenze che questo fenomeno poteva comportare per la nostra amata Terra. Nel corso dei suoi studi, Lorius notò la presenza di alcune bolle d’aria nel ghiaccio e capì che, al loro interno, era rimasta racchiusa l’atmosfera nel medesimo stato in cui la stessa si trovava al momento della cattura. Grazie a questa scoperta oggi sappiamo ricostruire la storia climatica del globo terrestre. Lo stato del ghiaccio dell’Antartide, infatti, è oggi studiato per determinare lo stato di avanzamento del surriscaldamento globale.
Kiss the Ground (USA, 2020) di Josh Tickell e Rebecca Harrell Tickell
Il docufilm parla dei cambiamenti climatici esponendo quella che può essere una possibile soluzione per la riduzione della portata di tale fenomeni: scienza quindi e non fantascienza. Kiss the ground - grazie all’apporto degli scienziati e degli attivisti che vi hanno preso parte - spiega agli spettatori che, per combattere la febbre del Pianeta, deve essere rimessa al centro del dibattito la cura del suolo: rigenerandolo si può ridurre il climate change e nutrire letteralmente il Pianeta.
Voi avete altri film da consigliarci per riflettere assieme sulla tematica dei cambiamenti climatici?
Articolo a cura di Letizia Palmisano.