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Febbraio 27, 2023Con la crisi energetica in corso la firma de nuovo Decreto Biometano avvenuta il 26 ottobre 2022 è stato un momento molto atteso. Si tratta di 1,7 miliardi di euro assegnati alla produzione di biometano prodotto da matrici agricole e rifiuti organici che favorirà la riconversione e l’efficientamento degli impianti elettrici a biogas agricolo.
Diverse le linee di azione previste dal nuovo decreto: da un lato vengono fornite disposizioni per la definizione degli incentivi al biometano immesso nella rete del gas naturale, prodotto da impianti di nuova realizzazione o da impianti oggetto di riconversione che entrano in esercizio in data successiva alla data di entrata in vigore del presente decreto. Dall’altro vengono fornite disposizioni per il finanziamento degli interventi di economia circolare effettuati dalle imprese agricole volti a incentivare la diffusione di pratiche agro-ecologiche in fase di produzione del biogas, promuovere la sostituzione di veicoli agricoli meccanici obsoleti e a
bassa efficienza con veicoli più efficienti e alimentati esclusivamente a biometano, promuovere investimenti finalizzati a migliorare l’efficienza energetica di impianti per la produzione di biogas per i quali non siano effettuati interventi per la riconversione alla produzione di biometano.
Il Decreto introduce:
- biometano anche per altri usi non solo trasporti;
- “usi nel settore dei trasporti”: biometano utilizzato come carburante nel settore dei trasporti;
- “altri usi”: biometano utilizzato nei settori industriale, residenziale, terziario e nell’agricoltura, con esclusione del settore di generazione termoelettrica;
- contingenti annui disponibili e procedure competitive (Aste);
- tariffe di riferimento suddivise per taglia d’impianto a decrescere nelle annualità: dal 2022 al 2025 (riduzione del 2%). È obbligatorio proporre una riduzione percentuale sulla tariffa di riferimento non inferiore all’1%;
- differenti modalità di erogazione della tariffa:
- tariffa omnicomprensiva: tariffa pari alla tariffa di riferimento, decurtata della percentuale di ribasso offerta e accettata nell’ambito delle procedure competitive di cui all’articolo 5, comprensiva del valore economico derivante dalla vendita del gas naturale nonché del valore delle garanzie di origine;
- tariffa premio: tariffa pari alla differenza tra la tariffa di riferimento, decurtata della percentuale di ribasso offerta e accettata nell’ambito delle procedure competitive di cui all’articolo 5, il prezzo medio mensile del gas naturale e il prezzo medio mensile delle GO; può essere sia negativa che positiva.
- tariffa di riferimento per impianti agricoli fissata in 110 €/MWh per una capacità produttiva > a 100 Smc/h e 115 €/MWh per una capacità produttiva ≤ 100 Smc/h;
- contributo in conto capitale a fondo perduto legato al PNRR definendo un costo specifico di investimento massimo ammissibile e una percentuale di contribuzione riconosciuta in conto capitale (per aziende agricole 40% su un massimo ammissibile che varia da 11.600 a 12.600 euro/Smc, in funzione della taglia, per le riconversioni e da 13.000 a 33.000 euro/Smc per i nuovi; diverso è per impianti alimentati a FORSU, con un contributo per i nuovi impianti con qualsiasi capacità produttiva di 50.000 euro/Smc);
- sostenibilità: accedono alle procedure competitive gli impianti che rispettano uno dei due seguenti requisiti in materia di sostenibilità:
- l’impianto produce biometano destinato al settore dei trasporti a partire da materie prime utilizzabili per la produzione di biocarburanti avanzati di cui all’allegato VIII al decreto legislativo n. 199/2021 e consegue una riduzione di almeno il 65% delle emissioni di gas a effetto serra mediante l’uso della biomassa;
- l’impianto produce biometano destinato ad altri usi e consegue una riduzione di almeno l’80% delle emissioni di gas a effetto serra mediante l’uso della biomassa.
In conclusione
- la produzione di biometano deve essere sostenibile sia per le nuove iniziative che per le riconversioni con ulteriori prescrizioni per la produzione di biometano avanzato;
- l’assegnazione dell’incentivo avviene tramite Aste, esperite ogni sei mesi e riferite a Contingenti di biometano e di energia annui fissati dai decreti, con una tariffa a base d’asta decrescente;
- è prevista una Tariffa Omnicomprensiva ed in alternativa una Tariffa Premio;
- gli investimenti rientrano fra quelli previsti per la transizione energetica del PNRR e beneficiano di un contributo in conto capitale nei limiti e nelle modalità indicate nei singoli decreti e non sono cumulabili con altre forme di sostegno;
- il legislatore (FER 2 licenziata dalla Conferenza Stato Regioni nel mese di agosto 2022) nel prevedere la possibilità di riconversione degli impianti a biogas esistenti ha dato priorità alla produzione di biometano inserendo un limite fisico, la distanza dell’impianto dalla rete del gas naturale, rispetto alla quale è possibile continuare a fare elettricità (1500 m.); se l’impianto di biogas si trova, quindi, a meno di 1500 metri da una linea del gas naturale ritenuta idonea dal Gestore di Rete, l’unica riconversione possibile per l’impianto di biogas è la produzione di biometano (trasporti o altri usi);
- per gli impianti che si trovano ad una distanza superiore ai 1500 metri sarà possibile continuare a produrre elettricità, per 20 anni, ad una tariffa che sarà indicata da ARERA.
In via preliminare è necessaria una valutazione:
- sulla Sostenibilità del piano di alimentazione e come questo si inserisca o si inserirà nella realtà aziendale;
- della Supply Chain dell’impianto sia in termini di contrattualistica degli approvvigionamenti che per la Sostenibilità (certificazione di filiera).
Per accedere alle Aste è necessario:
- essere in possesso del titolo autorizzativo (4/6 mesi anche per le riconversioni pur in presenza di semplificazioni e varianti non sostanziali).
- essere in possesso del preventivo di allacciamento ed averlo accettato.
Per ulteriori informazioni e per ricevere supporto per accedere agli incentivi, contattare ACEPER.

Partnership con ACEPER per una consulenza a 360 gradi
Il decreto sul biometano approvato a fine ottobre 2022 darà un nuovo impulso alla produzione del gas verde, favorendo la realizzazione di nuovi impianti per il biogas agricolo e la riconversione di quelli esistenti. Non è semplice districarsi nelle procedure per avere accesso agli incentivi, dunque è bene affidarsi a degli specialisti con una lunga esperienza nel settore e una conoscenza approfondita del mercato. ACEPER ha creato una partnership con IGW, azienda specializzata in progettazione, consulenza e realizzazione di impianti biogas e biometano. Patrizia Monti, una dei soci fondatori dell’azienda, ci racconta in questa intervista la realtà di IGW.
Nel vostro nome sta la vostra Mission. Ce lo spiega?
IGW è l’acronimo di Innovative Green World. L’innovazione e il rispetto dell’ambiente sono i principi che guidano il nostro team di professionisti: 17 persone, più una serie di collaboratori specialistici sparsi sul territorio al fine di garantire interventi efficaci in tutte le regioni, isole comprese. All’interno del nostro gruppo di lavoro contiamo competenze trasversali diverse: agronomi, ingegneri ambientali, ingegneri energetici, ingegneri civili, ingegneri gestionali. Il gruppo si è formato nel 2012 e da allora abbiamo avuto una fortissima espansione e crescita fino a divenire quello che siamo oggi: un consulente a 360 gradi in grado di affiancare in qualità di unico interlocutore aziende private e pubbliche nei percorsi di valutazione e ottimizzazione dell’impatto ambientale e assistenza in tutte le fasi della realizzazione di impianti per le energie rinnovabili, tra cui gli impianti biogas e biometano.
Col nuovo decreto sul biometano ci sono in ballo 1,73 miliardi di euro. Molte aziende tenteranno di accedere agli incentivi. Qual è il rischio del fai da te o di affidarsi ad un professionista non esperto in materia?
Il biometano deve essere prodotto fra l’altro rispettando i requisiti di sostenibilità previsti dalla direttiva 2018/2001/UE RED II che comportano valutazioni preliminari importanti: piani di alimentazione, modifiche impiantistiche, autoconsumi etc. Diversi sono quindi i fattori in gioco che devono essere in modo preliminare valutati per il buon esito dell’iniziativa. Serve quindi uno studio di fattibilità che appuri il rispetto dei requisiti. Questo è un passaggio fondamentale: se non si rispetta la sostenibilità il biometano non può essere prodotto e commercializzato. Il rischio che si corre se non ci si affida ad un consulente preparato che conosce i processi normativi è quello di arrivare in fondo e non ottenere l’incentivo. Il nostro ruolo consiste proprio nel verificare che non ci siano vincoli ostativi al buon esito dell’iniziativa, dall’analisi dei vincoli urbanistici ed ambientali alle performance finanziarie dell’impianto predisponendo un business plan in modo tale da rendere evidenti le marginalità ed i rischi connessi; così l’investitore sa cosa va a ricavare. La sostenibilità va mantenuta per tutta la vita dell’impianto e noi dopo averli accompagnati fino alla prima certificazione di sostenibilità ne curiamo anche il mantenimento. La normativa è nuova e siamo tra i pochi qualificati. Lavoriamo sia su impianti nuovi che su conversioni degli esistenti e su tutte le tipologie di impianti, dalle discariche agli agricoli.
Quali sono i tempi dell’iter autorizzativo?
Sulla carta tra i trenta e i novanta giorni ma in realtà ci vuole molto più tempo. La pubblica amministrazione spesso non conclude le procedure nei tempi previsti dalla vigente normativa. Col nuovo decreto la partecipazione avverrà tramite asta a cui si dovrà arrivare pronti possedendo l’autorizzazione a produrre biometano nel rispetto dei requisiti della sostenibilità. Le aste verranno aperte periodicamente. La prima è prevista per il 30 gennaio 2023 e chiuderà il 31 marzo 2023. La successiva probabilmente dopo l’estate.
Qual è la novità della nuova normativa?
Sicuramente la possibilità di avere come incentivo una Tariffa Omnicomprensiva nonché la possibilità di cumulare un incentivo sull’investimento a fondo perduto e previsto dal PNRR con la tariffa incentivante prevista per il biometano. Vi occupate anche della commercializzazione sottoprodotti.
In che modo?
Grazie ad una expertise specifica nella valorizzazione delle biomasse costituite da sottoprodotti agroindustriali selezioniamo e conferiamo agli impianti di biogas biomasse sostitutive e complementari a quelle ottenute dalla produzione agricola dedicata in coerenza e nel rispetto della normativa europea e nazionale nell’ottica dell’economia circolare. A tal fine abbiamo ottenuto anche una specifica certificazione di filiera. Mettiamo in contatto la domanda con offerta facendo da trait d’union fra le aziende agroindustriali che producono scarti e chi possiede un impianto di biogas che li acquista e li riutilizza per produrre energia. Quello che prima era uno scarto, diventa una risorsa e un’opportunità per tutti sia economica che ambientale.
Ottenuta l’autorizzazione termina il vostro supporto al cliente?
No, il nostro lavoro continua fornendo assistenza tecnico-amministrativa anche dotando il cliente di software dedicati per gestire la sostenibilità piuttosto che le scadenze perentorie derivanti dal titolo autorizzativo piuttosto che dalla norma oppure ancora in caso di controlli o verifiche. Abbiamo clienti decennali con i quali si è sviluppata una collaborazione duratura a conferma di un rapporto consolidato e di piena fiducia.