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Elettrodomestici: quali sono i più energivori e come confrontare i consumi

Published by Staff IGW on Novembre 4, 2022

Rendere efficienti case ed edifici è uno degli step che, negli ultimi anni, sono stati percorsi per ridurre le emissioni climalteranti e, in generale, l’impatto ambientale del comparto energia. Nel 2022, però, questo argomento è divenuto fondamentale per famiglie ed aziende anche dal punto di vista economico: gli investimenti sull’efficientamento delle strutture e l’adozione di comportamenti virtuosi sono due degli asset che possono incidere sugli importi dedotti nelle bollette energetiche. Nell’ottica di un risparmio sensibile dei consumi è quindi essenziale scoprire quali siano i dispositivi più energivori e, tra di essi, una categoria particolare è quella degli elettrodomestici.

Con tale termine intendiamo apparecchi - solitamente di uso domestico - alimentati da energia elettrica ovverosia quella che volgarmente viene definita “corrente”. In questa categoria rientrano gli apparecchi tipici della cucina - lavastoviglie, frigorifero e microonde - e quelli del bagno - lavatrice e lavastoviglie, ad esempio - ma anche l’aspirapolvere, il televisore e così via.

Scegliere elettrodomestici a misura delle proprie esigenze

Se ormai è divenuta prassi costante, al momento dell’acquisto, controllare la classe energetica di un elettrodomestico per valutarne i consumi, non a tutti è allo stesso modo chiaro il fatto che, ad incidere sui costi, sia anche il dimensionamento dell’apparecchio. Secondo i dati di Altroconsumo citati da Avvenire, ad esempio, un forno - che rientra tra gli apparecchi energivori - se misura 90 centimetri per scaldarsi impiega uk 150% in più rispetto ad un esemplare di 60 cm.

Un ragionamento simile può essere fatto per altri dispositivi: nelle abitazioni occupate da due persone è inutile l’uso del frigorifero a doppia porta tipico dei film americani come anche di una lavatrice industriale. In entrambi i casi è altissimo il rischio di un sovradimensionamento che si traduce, poi, in un consumo di energia (e di spazio) maggiore del necessario.

La classe energetica fa la differenza

Se è abbastanza chiaro che un elettrodomestico di classe A consuma molto meno di uno in B, C o peggio... spesso ciò che non si percepisce è la “misura” di tale differenza. Secondo quanto riportato dai dati Enea avere in casa frigorifero, lavatrice, asciugatrice, lavastoviglie, forno e pompa di calore di classe energetica elevata consente di ottenere un taglio della bolletta del 40% inferiore rispetto a quanto si consumerebbe utilizzando analoghi elettrodomestici di classe energetica più bassa. Secondo i dati del Dipartimento Unità Efficienza Energetica di ENEA - che su questi temi da anni porta avanti la campagna di comunicazione “Italia in Classe A” - i consumi elettrici delle abitazioni sono in media riconducibili per il 58% agli elettrodomestici. La loro sostituzione in molti casi può diventare oggi una forma di investimento poichè i costi sostenuti possono essere ammortizzati da una sensibile riduzione dei consumi energetici.

Come riportano, ad esempio, gli esperti del DUEE, “sostituendo una lavatrice di 20 anni fa con una odierna in classe A si potrebbe ottenere un risparmio di energia elettrica del 35%; prendendo invece in considerazione la sostituzione di un frigorifero si potrebbe arrivare fino al 40%”.

La scelta di elettrodomestici efficienti non deve far dimenticare quanto sia importante ottimizzare ed usare in modo intelligente tali dispositivi e soprattutto quelli che consumano di più.

Quali sono gli elettrodomestici più energivori?

Quali sono gli apparecchi che consumano più energia nelle nostre case? La risposta a questa domanda non è affatto semplice e soprattutto molte persone non sanno effettivamente calcolare i costi orari. Una tabella utile in tal senso, recentemente elaborata da Selectra, si basa su consumi di Kw e sulle tariffe del Servizio di Maggior Tutela attive dal 1° luglio 2022 (i costi al kilowatt possono cambiare in considerazione della propria tariffa o dei successivi aumenti, ma forniscono comunque un buon parametro di confronto). 

Prima di confrontare, in termini di euro, quanto i diversi dispositivi incidano sulla bolletta, è importante sottolineare il loro diverso utilizzo nella nostra vita quotidiana. Il frigorifero, ad esempio, solitamente è sempre funzionante, a differenza di un phon o di una stufetta elettrica. Quest’ultima risulta essere mediamente energivora: i suoi 2 kWh (tenendo conto delle succitate tariffe del mercato libero dello scorso luglio) possono costare in media 0,90 euro l’ora e quindi, se la tenessimo accesa un’ora al giorno per 30 giorni, spenderemmo 27 euro in un mese(!). Qualora vada usata a lungo (e non magari per riscaldare un ambiente per pochi minuti e saltuariamente) converrebbe accendere la caldaia a gas.

L’uso di un bollitore o di un asciugacapelli di potenza pari a 1,6 kWh per 60 minuti può costare 0,73 euro circa. Tuttavia un phon, di solito, viene usato per un tempo medio molto breve (al massimo 15 minuti) e circa due volte a settimana. Fatti i dovuti calcoli una persona usa il phon per una durata non superiore a 2 ore mensili spendendo circa un euro e mezzo e quindi una famiglia composta da quattro persone dovrebbe sostenere una spesa di 6 euro!

Un’asciugatrice richiede meno kW orari, ma solitamente è in funzione diverse ore. Ove non fosse possibile utilizzare sole e vento (che sono gratuiti), ricordiamoci che l’uso di un esemplare di 1,2 kWh ci costerà circa 0,52 centesimi l’ora e quindi un ciclo completo della durata di 2 ore avrà un costo di un euro. La usate 3 volte a settimana? Il calcolo è presto fatto: 12-14 euro al mese in bolletta.

Un ferro da stiro richiede circa 1 kWh (circa 0,45€/ora). Quante ore passate a stirare ogni settimana? Se fossero 2 - e quindi circa 9 al mese - spendereste 4 o 5 euro al mese (pari a 60 Euro all’anno). Questi calcoli probabilmente vi potrebbero convincere ad aderire alla campagna “No ferro da stiro” nata in Colombia per ridurre l’impatto ambientale correlato al consumo di energia e che rapidamente si è diffusa in tutto il mondo. Sebbene molti (anche un po’ provocatoriamente) parlano di “accettazione sociale degli abiti stropicciati”, esistono comunque accorgimenti nel lavaggio e nello stendere i vestiti che consentono di ridurre le pieghe e quindi di diminuire l’utilizzo del ferro da stiro. Provate, ad esempio, a ridurre i giri della centrifuga o a stendere abiti, giacche e camicie sulle grucce: vedrete subito i risultati.

Tra gli apparecchi più utilizzati ci sono poi condizionatori (0,7 kWh), lavatrici e lavastoviglie (entrambi sui 0,3 kWh). Tali dispositivi assicurano programmi e modalità di utilizzo diversi tra di loro e impostarli in maniera consapevole (ad esempio moderando l’escursione termica col condizionatore o utilizzando a pieno carico gli altri due e scegliendo i cicli eco), ci aiuterà a contenere la bolletta.

Un ultimo, ma non meno interessante, esempio riguarda il forno elettrico (0,9 kWh): in alcuni casi esso potrà essere validamente sostituito con la la friggitrice ad aria (1,5 kWh) oggetto ultimamente molto di moda. Sebbene la seconda consumi più energia in un’ora, ciò che è interessante verificare è il tempo di utilizzo. Nel programma della BBC Radio Sliced Bread questi due elettrodomestici sono stati utilizzati per cucinare due piatti identici: una coscia di pollo e una patata al cartoccio. Considerati i tempi molto ridotti di cottura con la friggitrice ad aria, quest’ultima è risultata meno dispendiosa dal punto di vista energetico. Va tuttavia chiarito che non tutto quello che può essere cotto in un forno può essere al contempo cucinato col secondo apparecchio.

Articolo a cura di Letizia Palmisano.

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