PNRR – Transizione Ecologica
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Giugno 7, 2021Sempre più aziende stanno utilizzando i crediti al carbonio come mezzo per compensare le emissioni di CO2 derivanti dalle proprie attività, giustificando l’emissione di tonnellate di anidride carbonica con una nuova foresta. Ma possiamo davvero fidarci di questa pratica o si tratta di un abbaglio?
Nato dalla fusione di due termini inglesi, green (ecologico) e whitewash (insabbiare, nascondere), il greenwashing indica la tendenza delle aziende a proclamarsi sostenibili, sensibili ai temi ambientali e impegnate nelle pratiche ecosolidali, utilizzando espedienti green che in realtà mirano a distogliere l’attenzione dalle altre pratiche, decisamente poco green. Ed è proprio il greenwashing, secondo alcune indagini, che certe aziende stanno adottando per camuffare le proprie attività non sostenibili e non rischiare di perdere i propri investitori e i propri clienti.
Cosa si nasconde, dunque, dietro ai progetti di compensazione di CO2 delle multinazionali?
Impegnare 200 milioni di euro in progetti di compensazione di CO2, diminuendo la deforestazione, ma al contempo investire svariati miliardi in petrolio e gas; creare una foresta di alberi di acacia per un totale di 40 mila ettari di terreno e 10 milioni di tonnellate di CO2 assorbite, ma contemporaneamente aumentare la produzione di combustibili fossili. Si tratta solo di alcune delle contraddizioni analizzate, espedienti che permettono alle aziende di risultare (apparentemente) sostenibili, ma che nella realtà danneggiano inequivocabilmente l’ambiente, più di quanto lo proteggano.
L’accumulo di anidride carbonica in atmosfera è causato dall’estrazione e dalla combustione di petrolio, gas e carbone che in natura si trovano stabilmente immagazzinati sottoterra e dalla distruzione di foreste e altri habitat, che causa il rilascio della CO2 assorbita dalla vegetazione. Secondo l’indagine svolta da Greenpeace, non è sufficiente prevedere l’investimento in crediti di carbonio; le aziende devono cominciare ad investire in energie rinnovabili e considerare che i progetti di compensazione minacciano le comunità del Sud del Mondo, dal momento che le terre vengono amministrate secondi i bisogni delle multinazionali, che raramente coincidono con quelli delle comunità che vi abitano.
In Europa le aziende che inquinano di più sono soggette al discusso sistema EU Emissions Trading System, che fissa un tetto massimo di emissione di CO2 concessa alle imprese, imponendo l’acquisto dei “diritti a inquinare” su un mercato virtuale. Come è stato evidenziato dalla Corte dei Conti EU, però, il funzionamento dell’ETS non è ottimale: per paura che le aziende delocalizzino al di fuori dell’Europa, anziché pagare le loro emissioni, i settori responsabili della maggior parte dell’inquinamento sono esonerati dal pagamento e ricevono i diritti gratuitamente.
IGW, come azienda di consulenza indipendente, è da tempo impegnata in progetti all’interno di aziende che, al contrario, prendono il conteggio del risparmio delle emissioni molto seriamente. Per maggiori informazioni sulla nostra attività di consulenza ambientale contattateci.