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Dicembre 20, 2024Secondo i dati del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (C3S), il 2024 è entrato nella storia come l’anno più caldo mai registrato dal 1850. Per la prima volta, la temperatura media globale ha superato di oltre 1,5°C i livelli preindustriali, una soglia critica definita nell’Accordo di Parigi. Questo dato rappresenta un campanello d’allarme sulle conseguenze del riscaldamento globale e un voto (negativo) alla sostanziale inazione dell’umanità.
Un anno di record climatici senza precedenti
La temperatura del Pianeta continua a crescere a ritmi insostenibili per l’umanità. Chi studia il clima sa che i mutamenti non possono essere rappresentati lungo una linea retta e ogni anno si spera in una tregua. C’è chi sogna di nuovo la neve a Roma, chi brama una stagione di piogge copiose nel centro sud e così via. Purtroppo, però, la realtà supera gli scenari immaginati dai migliori film apocalittici di Hollywood e non lascia spazio a flebili quanto illusorie speranze. Questo non vuol dire che nei prossimi anni si continueranno per forza a registrare nuovi record, ma la tendenza nel lungo periodo, con altissima probabilità, ci farà “rimpiangere” anche la febbre degli ultimi mesi.
Il 2024 ha visto temperature mai riscontrate in precedenza sia sulla superficie terrestre che su quella marina. La temperatura media globale dell’aria è stata di 15,10°C, superando di 0,72°C la media del periodo 1991-2020 e stabilendo un nuovo record rispetto al 2023 che, fino ad allora, era stato l’anno più caldo. Inoltre, il 22 luglio 2024 è stato registrato un picco storico di 17,16°C, la temperatura media globale giornaliera più alta mai misurata.
Tutti gli anni dell’ultimo decennio (2015-2024) sono stati tra quelli più caldi mai registrati e ciò rimarca una tendenza all’aumento delle temperature che non accenna a rallentare. Questo caldo estremo non è stato limitato a zone specifiche: il 2024 è stato l’anno più caldo per quasi tutte le regioni continentali, con l’eccezione dell’Antartide e dell’Australasia. Tuttavia anche l’Antartide ha registrato preoccupanti minimi record nell’estensione del ghiaccio marino, mentre l’Artico ha visto una significativa riduzione del ghiaccio nei mesi estivi.
Perché proprio il 2024 è così caldo
Ad amplificare l’innalzamento delle temperature 2024 ha contribuito uno di quei fenomeni che sentiamo spesso citare al telegiornale ed al quale forse prestiamo poca attenzione. Parliamo dell'Oscillazione Meridionale El Niño (ENSO), un fenomeno climatico che provoca un riscaldamento delle acque del Pacifico ed ha contribuito a spingere le temperature globali verso nuovi record. Gli scienziati sottolineano che i cambiamenti climatici in atto amplificano gli effetti di El Niño, rendendo il fenomeno ancora più devastante di quanto sarebbe stato in un clima stabile.
Le conseguenze: caldo estremo e disastri climatici
Le temperature record hanno avuto conseguenze devastanti: il 2024 ha visto ondate di calore più frequenti ed intense che hanno colpito milioni di persone in tutto il mondo. L’aumento del vapore acqueo nell’atmosfera – salito a livelli mai registrati prima – ha favorito fenomeni meteorologici estremi come piogge torrenziali e inondazioni. Questi eventi hanno causato perdite di vite umane, danni economici e stress sui sistemi naturali.
In Europa, il 2024 ha registrato la primavera e l’estate più calde mai documentate con temperature superiori di 1,50°C rispetto alla media stagionale del periodo 1991-2020. Questo scenario ha avuto impatti significativi sull’agricoltura, sulle risorse idriche e sulla salute delle persone.
Pensiamo ai disastri ripetuti in Romagna, all’allagamento di Valencia o, dall’altra parte dell’Oceano, agli incendi che hanno devastato ampie zone della California, ma anche alla siccità ormai perenne di aree del sud Italia come la Sicilia ove proprio pochi giorni fa Giosué Arcoria presidente di Confagricoltura Catania ha dichiarato che “a causa della siccità le arance sono grandi quanto una pallina di ping pong” e questo è uno degli esempi amblematici della gravità della situazione.
Siamo sull’orlo di un futuro incandescente
L’aspetto più preoccupante del 2024 non è solo che sia stato l’anno più caldo mai registrato, ma che potrebbe anche essere uno dei più freschi del prossimo secolo in assenza di azioni rapide. Il superamento della soglia di 1,5°C di riscaldamento rispetto ai livelli preindustriali è un segnale che il tempo per mantenere gli impegni dell’Accordo di Parigi sta per scadere.
Secondo Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service, “l’umanità è responsabile del proprio destino, ma il modo in cui rispondiamo alla sfida climatica deve basarsi su evidenze. Il futuro è nelle nostre mani: un’azione rapida e decisa può ancora modificare la traiettoria del nostro clima futuro”.
Cosa possiamo fare?
I dati del 2024 dimostrano che il cambiamento climatico è già in atto e sta addirittura accelerando. Per evitare che negli anni futuri vengano registrati (e superati) costantemente nuovi record, è necessario agire su più fronti:
- ridurre le emissioni di gas serra decarbonizzando i settori dell’energia, dei trasporti e dell’industria al fine di limitare il riscaldamento globale;
- adattarsi ai cambiamenti climatici investendo in infrastrutture resilienti e in sistemi di allerta per proteggere le persone dai disastri climatici. “Il futuro non è più quello di una volta” ed è il caso che chiunque se ne renda conto;
- attuare un’azione politica globale e quindi spingere i governi a rispettare gli impegni presi nell’Accordo di Parigi e vadano addirittura oltre adottando politiche più ambiziose.
Un futuro ancora nelle nostre mani
Se il 2024 ci ha mostrato quanto il cambiamento climatico possa essere devastante, ci ha anche ricordato che il futuro non è ancora scritto. Come sottolinea Samantha Burgess, Strategic Lead for Climate presso ECMWF, “siamo sull’orlo di superare il livello di 1,5°C, ma un’azione collettiva può ancora fare la differenza”.
Il riscaldamento globale è una sfida epocale, ma non è insormontabile. Ogni azione individuale e collettiva conta ed è giunto il momento di agire. Forse, guardando al 2024, potremo dire che è stato il punto di svolta, il momento nel quale abbiamo scelto di cambiare rotta per garantire un futuro vivibile al nostro pianeta.
Articolo a cura di Letizia Palmisano.