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Aprile 14, 2025Con ondate di calore prolungate e anomalie meteorologiche che pongono sfide senza precedenti, il cambiamento climatico sta trasformando le nostre città in ambienti sempre più estremi e difficilmente vivibili. I dati relativi alla situazione odierna e le proiezioni del futuro non lasciano ben sperare.
Cosa dice l’indice di vivibilità climatica
Nel 2024, l'Italia ha vissuto l'anno più caldo mai registrato (sino ad ora...) da quando viene rilevata la temperatura: un segnale allarmante che evidenzia una tendenza verso un riscaldamento globale che non mostra segni di rallentamento. Come si trasforma il clima nelle nostre città? A delineare il quadro è stato l'Indice di Vivibilità Climatica elaborato da iLMeteo.it in collaborazione con il Corriere della Sera.
L'analisi - che ha coinvolto 108 capoluoghi di provincia e ha esaminato oltre 400 milioni di dati attraverso l'uso innovativo dell'intelligenza artificiale - ha portato alla luce non solo informazioni relative alle temperature estreme, ma anche altri parametri come il caldo africano, le notti tropicali e la siccità. Questi dati, uniti a quelli relativi alla percezione del calore e alle precipitazioni intense, delineano un quadro complesso che varia significativamente nelle diverse regioni dell'Italia.
Nel Nord Italia, ad esempio, il 2024 è stato segnato da piogge frequenti e abbondanti che hanno aggravato le condizioni di vita nelle città penalizzate da un clima sempre più umido e instabile. Al contrario, il Sud Italia ha registrato temperature estreme e un numero record di giorni con temperature percepibili superiori ai 32 gradi Celsius. Tali condizioni, benché mitigate dalla brezza marina, rappresentano un pericolo per la salute pubblica e la qualità della vita.
La ricerca ha anche evidenziato la crescente frequenza di eventi estremi come le ondate di calore e le notti tropicali, particolarmente intense nelle città costiere del Sud come Reggio Calabria che ha registrato 129 notti tropicali in un anno. Questi fenomeni, oltre a rappresentare un rischio per la salute, complicano la gestione urbana, aumentando la domanda di energia per il raffreddamento e mettendo a dura prova le infrastrutture esistenti.
Siamo solo all’inizio
Mentre il mondo continua a lottare contro gli effetti del cambiamento climatico, gli scienziati cercano di prevedere e comunicare le implicazioni future per le nostre città. Uno strumento in questo campo è il portale online "The Future Urban Climates" sviluppato da Matthew Fitzpatrick dell'Università del Maryland. Utilizzando i dati del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) e studi recenti, il portale cerca di dare una risposta visiva e intuitiva a una domanda che molti si pongono: come sarà il clima della mia città tra 60 anni?
Metodologia e dati utilizzati
Il portale utilizza una combinazione di dati IPCC e modelli climatici per realizzare quello che è noto come "climate analog mapping". Questo metodo identifica le città attuali che hanno un clima simile a quello previsto per altre città nel futuro, fornendo un'immagine concreta di come potrebbero trasformarsi le condizioni ambientali. Oltre a considerare le temperature medie, il modello tiene conto di variabili come precipitazioni e umidità, offrendo una prospettiva complessiva sul cambiamento climatico.
Il portale offre anche scenari basati su differenti livelli di emissioni mostrando come interventi significativi per ridurre le emissioni di gas serra possano alterare positivamente il futuro climatico delle città. Questo sottolinea l'importanza critica degli accordi internazionali come l'Accordo di Parigi e la necessità di azioni immediate e decise a livello globale per limitare i peggiori impatti del cambiamento climatico.
Pianificazione urbana secondo il clima che verrà
Le informazioni fornite da "The Future Urban Climates" sono cruciali per i pianificatori urbani e per i responsabili delle politiche di adattamento al cambiamento climatico. Conoscere le potenziali condizioni climatiche future permette(rebbe) di adottare misure di adattamento più efficaci, come il miglioramento della resilienza delle infrastrutture urbane, la pianificazione di spazi verdi per mitigare il calore e lo sviluppo di sistemi di gestione delle acque per far fronte a periodi di siccità prolungati.
Il clima di Roma nel 2080
Secondo le proiezioni di "The Future Urban Climates", il clima di Roma nel 2080 potrebbe assomigliare a quello attualmente presente nella città di Berat, in Albania. Questo significa che i cittadini di Roma potrebbero aspettarsi estati sensibilmente più calde, con temperature medie che superano di circa 6 gradi quelle attuali. Questo scenario è basato su un modello di emissioni elevate che purtroppo rimane una traiettoria plausibile dato l'attuale andamento globale delle emissioni di gas serra.
Il clima di Berlino nel 2080
Se, invece, ci spostassimo in un’altra capitale europea? Per Berlino, le proiezioni indicano un cambiamento ancora più drastico: la capitale tedesca potrebbe sperimentare un clima simile a quello di alcune regioni dell'Europa meridionale, con estati molto più calde e secche rispetto a oggi. L'aumento delle temperature e la riduzione delle precipitazioni potrebbero trasformare l'ambiente urbano modificando radicalmente la gestione delle risorse idriche e, più in generale, la vita quotidiana dei suoi abitanti.
Attraverso la comprensione e la visualizzazione dei possibili scenari futuri, siamo meglio equipaggiati per affrontare e adattarci ai cambiamenti che ci attendono. Affrontare il cambiamento climatico richiede un impegno collettivo e una trasformazione radicale del modo in cui viviamo e gestiamo le nostre risorse ambientali. Solo così possiamo sperare di offrire alle future generazioni un mondo vivibile e prospero.
Articolo a cura di Letizia Palmisano.