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L’impatto della guerra Russia – Ucraina sulla crisi energetica

Published by Staff IGW on Marzo 30, 2022

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ricade come un macigno sull’Italia e su tutta l’Europa, mostrando la fragilità di un sistema strategico troppo dipendente dalle importazioni di gas dalla Russia.

I Paesi più a rischio in caso di congelamento delle forniture di gas russo sarebbero la Germania e l’Italia, che importano circa la metà del proprio gas dal Paese. La Francia ne ottiene solo un quarto, mentre differente è la situazione del Regno Unito, attingendo metà della sua fornitura da fonti nazionali e importando da altri Paesi come Norvegia e Qatar.

 

Quanto l’Italia dipende dal gas russo?

La crisi internazionale causata dal conflitto tra Russia e Ucraina si intreccia con la crisi energetica già in corso, che ha portato un aumento in bolletta di circa il 55% per la componente elettrica e del 42% per quella del gas nel primo trimestre del 2022.

L’Italia importa il 46% del gas dalla Russia e lo utilizza per produrre il 22,3% di elettricità. Se consideriamo che tra i combustibili fossili, in quasi 30 anni, l’unica fonte che ha visto aumentare il proprio consumo è proprio il gas (Dati Ispra), il dato sulle importazioni diventa ancora più significativo.

La dipendenza energetica italiana non si esaurisce col gas ma si estende ad altre fonti, rinnovabili e non: l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) attesta al 78% il livello di dipendenza dell’Italia dalle importazioni di energia per soddisfare il proprio fabbisogno.

 

Autonomia energetica

La soluzione per spezzare questo rapporto di dipendenza energetica risiede nell’energia rinnovabile. Un’energia che, rispetto a quella prodotta dalle fonti convenzionali, è in grado di ridurre drasticamente il livello di emissioni.

La tecnologia ha fatto passi avanti a favore dell’energia pulita. L’energia proveniente dall’estero, o prodotta bruciando petrolio, carbone e gas naturale di importazione, viene pagata dal nostro Paese ogni anno circa 60 miliardi di euro. Inoltre, negli ultimi dieci anni il costo dell’energia da fonte tradizionale ha avuto un trend in costante ascesa, dovuto all’aumento del prezzo del petrolio di 3 volte, e di quello del metano di 4 volte. Ed è per questo che abbiamo avuto un rincaro del 55%.

Al contrario, la produzione di energie rinnovabili quali biogas, biometano e idrogeno, può garantire all’Italia un livello maggiore di sicurezza energetica, ed è in grado di far fronte rapidamente agli incrementi di domanda e di assicurare la stabilità dei prezzi dell’energia.

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