Rendere l’energia più sicura, economicamente accessibile e sostenibile
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Giugno 4, 2019L'ipotesi tecnica e economica di realizzazione dell'impianto di trattamento dei rifiuti organici di Jesi, da cui ottenere biometano e fertilizzanti, è stata illustrata martedì 14 maggio in commissione consiliare alla presenza del Sindaco Massimo Bacci, del Presidente della Provincia di Ancora Luigi Cerioni e dei rappresentanti di Ata, Nomisma e IGW.
Presenti in aula ad ascoltare non solo consiglieri e membri della Giunta ma anche esponenti di associazioni, forze politiche, rappresentanti dei comitati di quartiere Coppetella e No Jesi Pattumiera delle Marche.
Il primo cittadino della città marchigiana ha dichiarato che “un biodigestore sul territorio provinciale debba esserci” e che, ha concluso, “la comunità jesina va coinvolta nella scelta attraverso un percorso condiviso: per la risposta, chiediamo di poterci riflettere fino alla fine di giugno”.
Nel frattempo, i tecnici hanno concluso lo studio di fattibilità e terminati tutti gli step progettuali: ora dunque occorre solo decidere. Esclusi i siti individuati come possibili soluzioni a Maiolati e a Fabriano, l’Ata ritiene la zona Interporto ideale per posizione e centralità alla realizzazione dell’impianto. Ad illustrarne modalità e funzionamento l’ingegnere Massimo Stella dell’Ata e successivamente Claudio Orsi, responsabile legale di IGW, partner tecnico di Nomisma, che ha realizzato lo studio di fattibilità.
L’impianto è finalizzato al recupero del rifiuto organico e alla sua trasformazione in biometano e compost per l’agricoltura attraverso un processo anaerobico che esclude la diffusione di odori nelle aree circostanti. Qui verranno convogliati circa 50 mila tonnellate l’anno di rifiuti organici da tutta la provincia.
Secondo le stime previste dall’analisi di fattibilità di IGW, l’investimento per avviare il biodigestore sfiora i 30 milioni di euro recuperabili in un tempo medio di 9 anni e con un utile di stimato di 4,6 milioni dopo 20 anni di esercizio. Ci saranno ricadute economiche per il comune che lo accoglierà tra i suoi confini: 5 euro per tonnellata di rifiuto conferito mentre una quota del 20% è destinata alla ripartizione tra i comuni limitrofi interessati dal traffico indotto. La decisione adesso spetta alla cittadinanza.